Portando la nostra attenzione al turbocompressore,appare evidente che ciò che dovremo bilanciare
è quell’insieme di componenti che solidali fra loro ruotano all’interno dell’intero sistema a cui fa parte il complessivo turbo. Partendo dall’alberino monteremo i vari distanziali, il porta fascia, la girante di compressione e il dado con la specifica coppia di serraggio (che è importantissima e non va assolutamente sottovalutata). Anche una persona poco esperta in fatto di bilanciatura si rende conto immediatamente che più il rotore da bilanciare lavora a velocità elevata, più la sua massa totale diminuisce e maggiore sarà la necessità di avere
squilibri residui sempre più piccoli. Dobbiamo inoltre ricordare che la quantità di squilibrio residuo sarà da valutare in funzione del peso massa del rotore e della sua velocità di rotazione in esercizio. Dovremo sempre conoscere la tolleranza da raggiungere per ogni singolo rotore, ben sapendo che un piccolo rotore che pesa 0,05 kg e ruota ad una velocità di esercizio di circa 200.000 r.p.m. deve essere bilanciato molto più accuratamente di un rotore che ha un peso di 0,3 kg e raggiunge una velocità massima di rotazione di 130.000 giri. È molto importante sapere
il regime di lavoro del rotore, conoscerne il peso, calcolare il giusto valore di tolleranza e raggiungere un adeguato valore di squilibrio residuo. Nel campo dei turbocompressori la pratica ci ha dimostrato che non è corretto spingersi molto al di sotto del valore di tolleranza, perché ciò porta a un innalzamento del numero di giri che può provocare sibili fastidiosi per l’utente.
Oggi la tecnologia offre strumentazioni estremamente precise che consentono di raggiungere risultati eccezionali con la garanzia per il cliente di una corretta revisione. La bilanciatura più importante è senza dubbio la prima, quella del rotore. Per poter raggiungere valori di equilibrio adeguati al tipo di utilizzo che andremo a fare, dovremo necessariamente operare con una macchina a supporti rigidi e non usare cuscinetti per l’appoggio del rotore. Non dimentichiamo che il rotolamento del cuscinetto produce di fatto una vibrazione, come anche il rotolamento dell’asse su una superficie rugosa. Ovviamente migliori sono le condizioni di prova, migliore e più preciso sarà il risultato della bilanciatura. Normalmente questa prima bilanciatura consente di operare sui piani interni delle giranti evitando così di creare variazioni di profilo che possono generare sia turbolenze che fischi o sibili. L’operatore accorto, in questa prima fase di bilanciatura, scende ben oltre i valori di tolleranza, perché con un piccolo investimento di tempo/macchina risparmierà molto nella seconda fase di equilibratura.